Un ice pack impiantabile nel corpo umano

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Emanuele Mortarotti in
18 novembre 2022

Alcuni studiosi sono riusciti a creare un ice pack impiantabile nel corpo, minuscolo ma potente. La strada per l’impianto nel corpo di un essere umano è ancora lunga, ma i risultati ottenuti sono strabilianti. Scopriamo di più grazie al supporto di una news letta su scientificamerican.com.

Ice Pack Impiantabile

Oggi sul blog di Dispotech ti raccontiamo di una ricerca molto interessante: alcuni studiosi sono riusciti a creare un ice pack impiantabile nel corpo, minuscolo ma potente. La strada per l’impianto nel corpo di un essere umano è ancora lunga, ma i risultati ottenuti sono strabilianti. L’ice pack impiantabile, infatti, si dissolve con il passare del tempo; è in grado di calmare i dolori lavorando individualmente sui nervi ed evitando di assumere farmaci.


Scopriamo di più grazie al supporto di una news letta su scientificamerican.com.

 

In caso di dolori improvvisi, distorsioni, strappi e altri piccoli incidenti l’imperativo è sempre lo stesso: “mettici del ghiaccio”. Come abbiamo avuto modo di raccontare spesso nel nostro blog, l’indicazione è corretta – e infatti il ghiaccio è un metodo utilizzato da sempre. Tuttavia la sua efficacia è spesso compromessa dall’imprecisione e dalla grandezza dell’ ice pack (eccessiva o non sufficiente per coprire l’area dolorante).


Alcuni ricercatori della Northwestern University, prestigioso ateneo degli Stati Uniti, hanno creato un ice pack impiantabile, praticamente un impacco di ghiaccio in miniatura che si applica sul singolo nervo. La sua azione eviterebbe l’assunzione di farmaci e/o oppiacei che, notoriamente, calmano il dolore.
Il rivoluzionario dispositivo medico, per ora impiantato in laboratorio su alcuni topi, ha dato esiti positivi. I ricercatori sperano di poter lavorare velocemente e migliorare la ricerca in tempi brevi.

L’idea di impiantare un dispositivo refrigerante in un organismo non è nuova. C’erano già state sperimentazioni in passato, ma i risultati erano stati dispositivi troppo grandi e scomodi che rischiavano di danneggiare i tessuti interni. Una volta impiantati, inoltre, potevano essere rimossi solo chirurgicamente.

L’ice pack impiantabile ideato dalla Northwestern University e dal team del dottor John Rogers è unico nel suo genere poiché composto da un materiale simile a quello nervoso. È morbido e flessibile e si chiama poli (diminutivo di polioctanediol citrate) ma, soprattutto, è in grado di dissolversi da solo dopo poche settimane.


Il dispositivo impiantabile si serve della microfluidica (ovvero la scienza della manipolazione dei fluidi tramite minuscoli tubi) unita ad un’interfaccia elettronica in grado di controllare la temperatura di raffreddamento e l’attività nervosa del soggetto che indossa l’impianto. L’ice pack impiantabile si raffredda grazie all’azione del perfluoropentano (sostanza già utilizzata nell’ambito medico e quindi assolutamente sicura) e dell’azoto secco. L’azione combinata di questi due elementi fa raffreddare il dispositivo e permette di calmare il dolore: diversi esperimenti in laboratorio su alcuni topi hanno dimostrato l’efficacia analgesica sui nervi sciatici. Alcuni dei piccoli roditori soffrivano di lesioni nervose e, dopo essere stati sottoposti a impianto dell’ice pack, hanno ripreso sensibilità alle zampe.

 

Lo studio condotto sui topi dovrà essere prolungato e migliorato per testarne gli sviluppi, ovviamente. Nonostante si sia rivelato un successo, i ricercatori si concentrano sui potenziali effetti di un dispositivo simile impiantato in un organismo umano. La neuroscienziata Theanne Griffith della University of California pone la giusta domanda, ovvero: cosa provano davvero i topi dopo l’impianto del dispositivo, effettivo sollievo dal dolore o solo intorpidimento?
Certo è impossibile saperlo, ma i ricercatori dovranno lavorare il più possibile per cercare di capire. La risposta a questa domanda cruciale influenzerà l’utilizzo del dispositivo sugli esseri umani. Il punto è che il dolore, nell’essere umano, è estremamente complesso: riguarda i nervi, certo, ma anche l’emotività del singolo.

 

Per il futuro, i responsabili dello studio si augurano che il loro ice pack impiantabile potrà essere utilizzato per dare sollievo dal dolore ai pazienti che si sottopongono a interventi chirurgici più o meno complessi. Ovviamente c’è da studiare l’eventualità che temperature troppo basse possano danneggiare i nervi; per ora, il dott. MacEwan, membro del team della ricerca, ha affermato che non è emerso nulla di simile dai test, ma è sicuramente un’eventualità da esplorare.
Il dott. Basbaum della University of California ha affermato che lo studio ha ancora molta strada da fare, affermando: la tecnologia è acerba e di certo non sostituisce la morfina.

 

Cosa ne pensi di questa innovazione? Credi che in futuro sarà possibile curarsi con i benefici del freddo con ice pack impiantabili? Siamo curiosi di sapere la tua opinione: raccontacela, contatta Dispotech.

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